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Il rito pagano-ortodosso del Fuoco Santo al Santo Sepolcro di Gerusalemme

Nota: Leggere attentamente prima di proseguire la lettura

A Gerusalemme la Pasqua si celebra due volte, la prima con il rito cattolico e a distanza di una settimana con quello ortodosso. Ma il giorno più atteso dai cristiani di Gerusalemme e dai cristiani ortodossi di tutto il mondo è sicuramente il sabato che precede la domenica di Pasqua quando ricorre il rito del Fuoco Santo, una cerimonia antichissima, che si svolge sempre nello stesso modo da almeno sei secoli, e che è presieduta dal patriarca greco ortodosso senza il quale si dice che il miracolo non può avvenire.
Insieme ai vertici della chiesa armena, copta e siriaca (c'è anche un francescano di rappresentanza a presiedere) i fedeli aspettano che dal cielo scenda il Fuoco Sacro.

Di mattina la stanza dell'Edicola che contiene la tomba vuota di Cristo viene ispezionata e sigillata con una mistura di miele e cera. A poco a poco entrano in processione prima i giovani del quartiere poi gli armeni, i copti ed i siriaci che invitano il patriarca a presiedere la cerimonia che a mezzogiorno, tra canti tradizionali ed in solenne processione, entra in chiesa e fa tra giri intorno alla Tomba.

Il sacrestano porta nel Santo Sepolcro la lampada che contiene un fuoco perenne, che viene spenta una sola volta l'anno, la mattina di questo sabato speciale, per permettere che venga accesa dal Fuoco Santo.

Il patriarca greco-ortodosso, prima di entrare da solo nell'Edicola viene perquisito, come si farebbe in uno spettacolo di magia di Houdini per dare credibilità al gioco di prestigio, perché non abbia accendini o fiammiferi che possano accendere i due fasci di 33 candele che ha in mano; seguito dal patriarca armeno, l'unico testimone, che resterà nell'anticamera (la cappella dell'Angelo).

Lì, inginocchiato, l’ecclesiastico greco recita una speciale preghiera per la venuta del Fuoco.

Dopo pochi minuti la luce (del Sole) scende nella Tomba e accende miracolosamente la lampada.
Un grido di gioia annuncia la venuta del Fuoco.

Ora il patriarca può uscire e distribuire il Fuoco Santo, che passa di mano in mano per raggiungere i fedeli accalcati nella basilica, e conservarlo nelle lampade portate dai pellegrini.

Il Fuoco Santo, secondo la tradizione, non scotta durante i primi minuti e, tra lacrime, canti e gioia, i fedeli passano le mani e il volto tra le fiamme.

Gli ecclesiastici affermano che "la scienza non può spiegare questo miracolo"… allora dove sta il trucco?
Ovvio! Se qualcuno vuole nasconderti la verità e tenerti lontano da essa la risposta non può che stare lì nella scienza!
Lo svela nel 2005 in diretta televisiva Michael Kalopoulos, un autore e storico delle religioni, spiegando che gli stoppini vengono bagnati con una soluzione di fosforo e che la soluzione evaporando a contatto con l'aria dopo una decina di minuti (il tempo può essere allungato se il fosforo viene disciolto in un opportuno solvente organico) accende le candele. Kalopoulos afferma inoltre che il fosforo veniva usato dai maghi caldei e dagli antichi greci già nel V secolo a. C..
Uno stratagemma noto anche nel 1789 a Edward Gibbon che scrisse sarcasticamente sul presunto fenomeno nel volume conclusivo della "Storia del declino e della caduta dell'impero romano":
«Questa pia frode, ideata nel IX secolo, fu devotamente venerata dai crociati latini, e viene ripetuta ogni anno, dal clero greco, armeno e copto che lo impongono agli spettatori creduloni a vantaggio proprio e quello dei loro tiranni».

Non abbiamo citato a caso l'impero romano che sotto la guida di Costantino fu riformato e si permise la diffusione del cristianesimo. Difatti la chiesa ortodossa e le chiese di rito orientale lo venerano come santo col titolo di eguale agli apostoli.
Ma di quale cristianesimo stiamo parlando?
Non di certo quello relativo a Gesù Cristo!
L'imperatore Costantino è stato un cultore del Dio Sole tant'è che lo fece raffigurare sulla sua moneta ufficiale con l'iscrizione "soli invicto comiti" e con un decreto del 7 marzo 321 stabilì che il primo giorno della settimana, il giorno del Sole, Dies Solis, fosse dedicato al riposo. Ora non vi sembra strano che proprio la domenica, in inglese Sunday (giorno del Sole), il primo giorno della settimana per un cristiano sia il giorno dedicato a Dio e al riposo?
E per quale motivo la nascita di Gesù Cristo si celebra proprio il 25 di dicembre, il giorno in cui in Oriente e successivamente in Occidente si preparavano riti in onore della nascita del Sole? In Siria ed Egitto i celebranti si ritiravano in appositi santuari e ne uscivano a mezzanotte, annunciando che la vergine Kore aveva partorito il Sole, il dio Aîon, raffigurato come un infante. Non accade forse anche oggi nei riti cristiani di celebrazione del Natale?
Stessa cosa la Pasqua in babilonese "Ishtar", che traslitterato "Easter" era il giorno della resurrezione del dio Tammuz, l'unico figlio generato dalla dea Luna e dal dio Sole.
Ora vedete come viene rappresentata la Madonna nell'iconografia cristiana:

Notate niente? Avete bisogno di un aiutino?
Cosa c'è sotto i suoi piedi? Una… Luna! Che strano… vero?
E perché gli apostoli di Gesù sono dodici?
Appurato che Gesù è la rappresentazione del dio Sole ("Io e il Padre siamo una cosa sola" Gv 10,30) dovremmo trovare qualcosa che colleghi il numero 12 al Sole. Bene!
In astrologia il Sole si muove lungo lo zodiaco, compiendo sempre lo stesso giro completo nel corso di un anno e ogni mese viene a trovarsi in corrispondenza di una certa costellazione ed è per questo motivo che le costellazioni sono 12. Bingo!!!
Altra "stranezza": l'ostia della Santa Eucarestia ha forma sferica e viene rappresentata mentre irradia fasci di luce proprio come il Sole.
Andiamo avanti.
Gesù parlava l'aramaico ed in tutte le religioni del mondo si prega nella lingua del rispettivo maestro. Ora perché la chiesa adotta il latino, la lingua dell'impero romano, ed ha sede proprio a Roma? Semplice! Perché il cristianesimo e la chiesa romana cattolica e sottolineo romana non sono altro che il proseguo del paganesimo romano voluto da Costantino l'imperatore.
Che fine ha fatto Gesù Cristo? Nel rito del sabato santo viene trasformato dalle varie confessioni cristiane in una misera Fiamma contenuta in una lampada o in un cero, cosa per altro vietata dal secondo comandamento come scritto nella bibbia:
"Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio." Es 20, 4-5
quando in verità l'unico posto in cui Gesù Cristo va fatto ardere è nei nostri cuori ("Il regno di Dio è dentro di voi” Lc 17,21).

Vade retro ecclesia!

Anila Kumar Deva 「अनिल कुमारदेव」

09 apr 2018 / in Anime Ribelli


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