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Il 25 dicembre il giorno in cui nascono gli dei

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Benché molte tradizioni religiose facciano risalire la nascita delle loro divinità il 25 di dicembre è molto probabile che nessuna di esse sia effettivamente nata proprio in quel giorno. Oltre che Gesù Cristo si dice che anche Horus sia nato il 25 dicembre dalla vergine Isis-meri o Virishna nel Medio Oriente da madre vergine per immacolata concezione o Attis di Frigia dalla vergine Nana, Krishna in India dalla vergine Devaki, Dionisio in Grecia, Mithra in Persia, Tammuz in Mesopotamia, Quetzalcoat e Huitzilopochtli in Messico… e molti altri che non sto qui ad elencare.

Ma perché questa data è così importante e perché si fa risalire al 25 di dicembre la nascita di tutte queste divinità?
La risposta è molto semplice! Perché quel giorno rappresenta ciò che che essi sono stati per l'umanità: dei Guru!

Guru è un termine sanscrito formato da gu "buio" e ru "colui che disperde", quindi "colui che disperde l'oscurità" ed il 25 di dicembre è proprio il giorno in cui le ore di luce toccano il minimo (buio) e da questo giorno in avanti il Sole ritorna a splendere e le giornate iniziano ad allungarsi con l'avvento della nuova luce (disperdere l'oscurità).
Quindi queste divinità altro non sono che dei "Soli", dei fari, delle guide per portare luce alle menti degli uomini, disperdere il buio dell'ignoranza e risvegliare la coscienza fino a farci comprendere ciò che realmente siamo: Dio!

Non a caso si legge nelle prime pagine della Bibbia che siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio.

In quest'ottica il giorno di Natale assume un significato completamente diverso e scambiarsi gli auguri significa augurarsi di far splendere la luce delle divinità in noi fino a diventare noi stessi degli dei.
Questo è il mio augurio: siate dei e fate splendere questa luce nei vostri cuori perché come è scritto nel vangelo di Luca 17,21 "il regno di Dio è dentro di voi"!

Anila Kumar Deva 「अनिल कुमारदेव」

23 dic 2019 / in Anime Ribelli

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Kōan del giorno 「公案」

Non appena ci siamo noi stessi liberati dai fraintendimenti del Sé, dobbiamo immediatamente risvegliare la nostra più riposta, pura e divina saggezza, che i maestri Zen chiamano la Mente del Buddha, o Bodhi, o Prajna. Essa è la luce divina, il cielo interiore, la chiave di ogni tesoro morale, la fonte di ogni potere e influenza, il luogo della gentilezza, giustizia, simpatia, amore imparziale, umanità e misericordia, la misura di tutte le cose. Quando tale interna saggezza è pienamente risvegliata, siamo in grado di capire che ognuno di noi in spirito, essenza e natura, si identifica con la vita universale o Buddha, che ognuno vive faccia a faccia con il Buddha, circondato dalla sovrabbondante grazia del Benedetto, e che Egli desta la sua natura morale, schiude i suoi occhi spirituali, svela la sua nuova potenza, stabilisce la sua missione, e che la vita non è un oceano di dolore, vecchiaia e morte, né una valle di lacrime, ma il sacro tempio del Buddha, la 'Pura Terra' dove noi possiamo attingere la benedizione del Nirvana.
Non si aprono le nostre menti a quel punto a una trasformazione totale? Non più la rabbia e l'odio ci opprimono, l'invidia e l'ambizione ci insidiano, il dolore e il rimpianto ci fiaccano, la malinconia e la disperazione ci sopraffano
Kaiten Nukariya

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